di e con Sissi Abbondanza
immagini e scene Paolo Lauri
luci e suoni Gabriele Ramazzotti
liberamente ispirato agli scritti di Ingeborg Bachmann

Una donna nella sua casa, nido e prigione, alla fine di una festa e in attesa dell’arrivo del suo uomo, scopre un’altra se stessa con cui dialogare.
La casa, perimetro del suo corpo, della voce e dei pensieri, dove emerge la verità del suo essere e del suo percepire.
Sulla scena un cubo fatto di canne di bambù, all’interno del quale agisce la parola della Bachmann.
Parole invase dall’ansia di libertà e amore, soprattutto all’indomani del suicidio di Paul Celan, poeta e disperato amore della Bachmann.

Sissi Abbondanza, storica attrice della compagnia Chille de la Balanza e anima, insieme a Claudio Ascoli di San Salvi città aperta, spazio teatrale e culturale nel cuore di Firenze, ex manicomio, adesso luogo ricco di eventi e di attività. La creazione di Sissi Abbondanza rappresenta squarci di vita di Ingeborg Bachmann – poetessa, scrittrice e giornalista austriaca vissuta e scomparsa in Italia nel 1973. Si ispira sia alle opere che alla vita reale della Bachmann, donna molto apprezzata nel suo lavoro di scrittrice e per importanti programmi di emittenti radiofoniche austriache e tedesche ma combattuta intimamente a causa delle forti pressioni della vita. Una donna che odiava il proprio Paese natale – dal quale era fuggita – per essersi allineato al nazismo e di cui asseriva: “C’è stato un momento preciso che ha distrutto la mia infanzia. L’entrata delle truppe di Hitler a Klagenfurt. Fu qualcosa di così orrendo che il mio ricordo inizia con questo giorno, con un dolore troppo precoce, così intenso come forse dopo non l’ho più provato”.

“Casa di bambole”, ovvero come sfuggire da una realtà troppo dolorosa: Il lavoro dell’attrice restituisce la Bachmann come donna assediata da demoni interiori, con una folla di gente intorno ma un profondo senso di intima solitudine. Una conversazione delirante, sola al cospetto di se stessa, tra inquietudine, esaltazione e tormento: sentimenti resi talvolta sardonici dalle movenze dell’interprete, a tratti fin troppo espressionisti. Come in una casa di bambole, dove tutto è possibile ma totalmente fuori dalla realtà, in un tempo senza confini.

Scoperto è chi esita, adesso,
chi ha scordato la formula magica.
Tu non puoi e non vuoi conoscerla,
bevi sfiorando l’orlo, dove è fresco:
come un tempo, tu bevi e resti sobrio,
le ciglia ti crescono ancora, tu ancora ti lasci guardare!

Io  con amore all’attimo protesa sono già, invece:
il  coccio mi cade nel fuoco, piombo mi ridiventa 
qual’era. E dietro al proiettile sto, 
monocola, risoluta, defilata,
e incontro al mattino lo invio.