“Educarci non è mai tempo perso. Educare è assumersi il rischio di imparare insieme” (Marina Garces)
Il progetto “Il Dire e il Fare” arriva alla fine del suo primo anno di attività concludendo una fase del processo riflessivo condiviso con un momento di rilancio, un’ulteriore occasione di ricerca e confronto per sperimentare azioni che attivino “energie di legame” tra persone e rendano possibile la loro partecipazione alla vita della società. In un momento in cui i dati della sofferenza psichica e sociale sono in aumento tra giovani, adulti e anziani, è tempo di tornare a cercarsi per rinforzare il tessuto di vicinanze e prossimità e per costruire insieme, di nuovo, il desiderio di vivere. La sfida è ri-fare convivenza: ma come?
Come fare per colmare il vuoto e il silenzio di una comunità da rigenerare o che ha sviluppato forme di relazioni che escludono e che marcano le differenze tra chi sta dentro al centro echi rimane ai margini o escluso? L’obiettivo di questo momento di ricerca comune è quello di provare a alimentare il pensiero e offrire contesti in cui poterlo fare: la comunità è di tutte e tutti e favorire mescolanze permette di generare opportunità inedite. Le relazioni territoriali possono essere il motore del cambiamento.
Mercoledì 19 luglio Don Chisciotte, con Piero, Filippo, Andrea, Alexandru, Alessandro e Cosimo, è sbarcato a Trani, per una serata al Festival IL GIULLARE. Don Chisciotte dalla Mancha alle Murge
Un caldo caldissimo, come l’accoglienza che ci è stata riservata, da tutte le persone che collaborano alla ottima riuscita del Festival e dal pubblico.
Una serata intensa, dove lo “squilibrio”, origine prima di questa versione che ormai portiamo in scena da qualche anno e che ogni volta si rinnova, squilibrio intenso come situazione non aspettata, inattesa, quindi destabilizzante e per questo giocosa, ha raggiunto vette ineguagliabili: Alessandro e Cosimo hanno tirato fuori tutta la loro teatralità innata, la loro capacità di travolgere e farsi travolgere.
Il Don Chisciotte della compagnia Teatrale di Arezzo presentato ieri sera al festival del Giullare ha probabilmente costituito la dimostrazione perfetta di quanto la missione di questo festival sia fare in modo che l’inclusione di persone disabili in spettacoli teatrali con ruoli che siano funzionali a una resa ancora più efficace del testo, non realizzi il risultato di rappresentazioni destinate a rassegne speciali, ma di prodotti più che degni di essere inseriti nelle stagioni teatrali “tradizionali” e nei Festival di teatro.
Don Chisciotte diretto e interpretato da Piero Cherici, i cui sogni sono disegnati come fossero tracciati in aria da un cantastorie e scosso da Sancho Panza che cerca di farlo risvegliare, aveva un contraltare nel sorriso e nella azione scenica dei due ragazzi sul palco, uno con sindrome dello spettro autistico, l’altro con sindrome di down.
Pur nella maestria e professionalità dei primi tre, i due ragazzi hanno animato tutta la rappresentazione come a rendere visibile l’anima pura di Don Chisciotte, come a rendere materiali e reali i mulini a vento che solo lui era in grado di vedere.
Molte e molti hanno detto di aver apprezzato moltissimo lo spettacolo nel suo insieme, la poesia e il tono disincantato, il coinvolgimento non “pietistico” ma “artistico” di persone con disabilità (beh, Diesis questo fa, magari sconvolge, ma non impietosisce)
Usciamo da Jobel e dal Festival IL GIULLARE felici di cosa e come lo abbiamo portato, felici di aver fatto parte di questa esperienza di inclusività, di teatro “differente”, felici – anzi orgogliosi e soddisfatti, stracontenti e di spinti a nuove esperienze – il premio per la migliore regia
sì, perché il Festival è un “contest” e chiaramente un riconoscimento fa piacere, ma soprattutto è una occasione per conoscersi, conoscere il lavoro altrui, gli altri, le diversità, le infinite possibilità che una qualche limitazione offre per spostare il piano a chi vive la difficoltà, a chi ne è partecipe e a chi la osserva e basta.
I nostri ringraziamenti a chi ha reso possibile tutto questo – da parte mia e di tutti ad Alexandru, che prendendosi l’onore di guidare 1200 km in 32 ore ci ha permesso di arrivare pronti allo spettacolo, tranquilli, sereni, riposati.
Grazie a JOBEL, bellissima realtà in una terra d’incanto.
Un primo scorcio, un pezzo, del lungo percorso che annualmente Barbara e Piero ci aiutano a percorrere nel mondo intrigante e intricato della ricerca di una teatralità non convenzionale, differente, intima e vera.
Il tema di quest’anno è l’umanità (come sempre, si potrebbe dire! e di cosa si parla a teatro?), ma analizzata e studiata a partire da testi sacri e mitologici, da suggestioni che partono dalla parola come generatrice dei mondi e delle diverse possibilità e vite del mondo.
La poesia di uno dei più grandi e influenti poeti del secolo scorso, nel recital con Caterina Casini e Massimiliano Auci, con il violoncello di Catherine Bruni a unire emozioni, parole, suggestioni.
Imperdibile.
Presso l’albero monumentale Leccio di Bellavista ( dove si trova )
Concluso il Festival Palco Fluviale, ci concediamo la bellezza di una mini stagione estiva.
3 appuntamenti, Imperdibili.
5 Luglio ore 19:00 – Laboratori Permanenti presenta: IL MIO BACIO ERA UN MELOGRANO su testi di Federico Garcia Lorca, di Caterina Casini e Camilla Zapponi, con Caterina Casini e Massimiliano Auci, Catherine Bruni al violoncello. Presso il Leccio di Bellavista
12 luglio ore 19:00 – Diesis Teatrango presenta il primo esito del Laboratorio Permanente di Teatro Sociale 2023 – UMANITA INFAME. Sotto al guida di Barbara Petrucci e Piero Cherici, i e le partecipanti al laboratorio mostreranno il primo esito, di metà anno di lavoro. Presso il Leccio di Bellavista
19 luglio tutto il giorno Pulcinella si aggirerà per Bucine, portando scompiglio, risate, qualche perplessità…perché Pulcinella fa quello che vuole, non ha padroni. Poi alle 21:30 ci aspetta all’anfiteatro, per una serata col Botto…col Lotto… boh. Non mancate. Rita Russo e Antonio Stoccuto vi aspettano.
Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito, aperti a tutte e tutti, però prenotatevi, è meglio.
GIUGNO 2023 – torna, con una fine settimana ricchissimo di eventi, il FESTIVAL PALCO FLUVIALE. Sì, quest’anno a giugno, perché volevamo evitare gli acquazzoni di settembre che ci hanno sempre reso il festival più complicato del dovuto… e speriamo bene… quest’anno piove a giugno… Incrociamo le dita e leggete bene il programma!
Poeti e giovani artisti si incontreranno per raccontarci il loro modo di vivere l’arte, la loro arte.
Diesis Teatrango presenterà l’esito finale del Laboratorio Adulti, con una rilettura della Lisistrata (fate l’amore, non fate la guerra!)
E poi spettacoli nel parco di San Salvatore, per il paese, con Teatro delle Bambole, Stalker, Vittorio Continelli
E ancora racconti, laboratori, esperienze
Tutto questo, per stare insieme, prima delle vacanze, con la solita amicizia, l’affetto e la bellezza della condi-visione
Per scambiarci gli auguri di buone festività, sperando che il 2023 porti finalmente un vento di pace, rispetto, onestà, umanità.
Facciamo una passeggiata con gli Zampognari, ascoltiamo le musiche che ci portano agli anni più dolci, quelli dell’infanzia, quando non c’erano differenze e pretesti per i quali si combatteva in nome di chissà quale superiorità, quando bastava un gioco da dividere e si giocava in tanti, quando bastava poco per essere felici e le feste erano un pretesto in più per stare insieme e condividere la gioia più semplice.
Con la collaborazione dell’Istituto Comprensivo di Bucine, con i pensieri di studenti e studentesse, con la musica di Mauro Bassano, Stefano Tartaglia e Silvio Trotta, un viaggio nella dolcezza, nel calore e nella serenità.
Nonostante l’inclemenza del meteo (la Natura sa come risistemare i danni che le facciamo, ma non lo fa assecondando i nostri desideri), è passata la prima fine settimana di FESTIVAL PALCO FLUVIALE.
Il PINOCCHIO di Diesis Teatrango (4 PASSI CON…PINOCCHIO) ha divertito grand* e piccin*, coinvolt* nei giorni precedenti in un laboratorio di teatro, musica e espressione fisica.
ILINX TEATRO ha presentato LA CADUTA DELLE STELLE, con grande successo (e come aspettarsi qualcosa di diverso?). Guardiamo il cielo, le stelle si spengono, ma dovremo pur fare qualcosa per tenerle vive? Nicolas Ceruti ci ha guidato magistralmente in questa storia fantastica.
ARCI VALDARNO ha fatto seguito con il laboratorio CON GLI OCCHIALI DELLA MERAVIGLIA, sul tema e dal titolo MA UN SEME COS’E’? ci siamo interrogat* insieme sul significato del seme, su cosa ci unisce, su cosa è il germogliare, sulle categorie umane. Quante cose in un seme!
IL TEATRO DELLE BAMBOLE, con IL RE E LA SUA OMBRA ci ha portato in un mondo distopico, ma così reale, facendoci riflettere sulle tematiche ambientali. Federico Gobbi e Domenico Piscopo hanno guidato la nostra fantasia e il nostro riflettere, su testo di Andrea Cramarossa… del quale abbiamo presentato il libro di poesie USME DEL PARADISO, interrogandoci anche qui sul rapporto uomo-natura, facendoci avvolgere dalle parole e dalle suggestioni delle poesie e dai ragionamenti così intimi e così condivisi di Andrea.
E martedì 30/08, Franco Arminio ha incantato tutt* con il suo LA CURA DELLO SGUARDO, viaggio nelle sue opere, accomagnato da Arlo Bigazzi alle musiche
Che dire? Beh, forse vale la pena di vederci anche il prossimo weekend! Anzi, togliamo il FORSE, perché
VALE ASSOLUTAMENTE LA PENA DI VEDERCI!
sia che il meteo ci assecondi, sia che provi ancora a riparare i danni dell’impatto antropico sulla Natura.
A Sabato!!!!
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