Per iniziare la stagione 2025, abbiamo scelto una regina della risata, della comicità, una esplosione positiva di gioia e freschezza: Debora Villa, grande comica italiana, attrice che nella sua comicità trova modo di farci riflettere con profondità e simpatia, attivista per i diritti, amica da sempre di chi cerca intelligenza nel ridere.
Debora è qui, che apre virtualmente le porte del nostro caro Teatro Comunale di Bucine per farci riappropriare del luogo con VENTI DI RISATE, uno spettacolo ironico, leggero, profondo perché ridere bene è un dono dell’intelletto e scava nell’anima.
Domenica 19 gennaio, ore21:15, NON MANCATE, assicuratevi un posto prenotando fin d’ora!
E che le risate possano farci veleggiare in un futuro più leggero, un 2025 che fermi i venti terribili che soffiano sul mondo per ridarci la forza di respirare insieme.
progetto drammaturgo e scenico, interpretazione Piero Cherici, Andrea Dionisi, Riccardo Massai, Angela Torriani Evangelisti
disegno luci Andreas Froeba produzione Archètipo, Diesis Teatrango, Versiliadanza
PRIMA NAZIONALE
L’interesse per la narrazione biblica sulla figura di Isacco, sull’episodio della sua legatura e conseguente sacrificio ordinato da Dio stesso e poi fermato dalla mano di un angelo, nascono da una ricerca che da alcuni anni viene svolta dalle tre compagnie riunite per questo nuovo progetto. Gli innumerevoli significati delle simbologie che contengono le grandi narrazioni bibliche, le ricche interpretazioni linguistiche che nascono dall’attenzione alle parole stesse del testo biblico, di per sé poco più di una ventina di righe, da parte di teologi, poeti, filosofi, tra cui Kierkegaard, ci hanno portato a chiederci:Chi sono oggi e cosa ci raccontano Abramo, Sara e Isacco?Nasce la necessità di un “racconto” teatrale a più vociche interroga la dimensione umana del comando terribile a cui Abramo obbedisce e per il quale si mette in cammino. Un cammino silenzioso, “per fede”, una ulteriore risposta, “eccomi”, all’ennesima chiamata di Dio: “Abramo?”Un cammino che è anche il viaggio degli interpreti sulla scena che fra narrazioni, danza, suoni, sperimentano la dimensione di relazioni umane archetipiche e contemporanee proprio perché passano ancora attraverso i nostri corpi di oggi.
Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 2Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, và nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 9così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. 10Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 12L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». 13Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 15Poi l’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta 16e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, 17io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. 18Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Sono le 17.35 e gli ultimi ritardatari si affrettano a raggiungere il teatro di Bucine. I bambini già arrivati giocano insieme sul palco, inventando giochi con i cuscini che Piero ha preparato. È ora di iniziare la lezione e Piero raduna i bambini in cerchio sul palco.
Mi presento: mi chiamo Victor e vengo dal Belgio. Ho diciotto anni e ho deciso di passare qualche mese in Italia prima di tornare a scuola. All’inizio del mio soggiorno, mentre cercavo un modo per migliorare il mio italiano, alcuni amici mi hanno presentato Piero. Dopo aver parlato con Piero, è scattato subito il feeling e mi ha invitato a partecipare alle lezioni di teatro che tiene con Filippo, per i bambini. Ogni venerdì, dalle diciassette alle diciannove, il piccolo teatro di Bucine si anima. È l’appuntamento settimanale di una dozzina di bambini tra i cinque e i tredici anni. Siamo a metà ottobre e questa è la quarta volta che vengo a lezione, e mi diverto ancora così tanto che non riesco a vedere il tempo che passa. Le attività proposte da Piero e Filippo sono davvero divertenti.Riescono a combinare perfettamente il gioco per bambini e l’esercizio teatrale. I bambini non se ne rendono conto, ma tutti i compiti che vengono loro assegnati hanno uno scopo reale. Così si esercitano a parlare davanti alle persone, fanno proprio il palcoscenico, sviluppano la loro creatività, ecc. È davvero bello vedere tutti questi bambini, che sono tutti unici, mescolarsi e superare le loro apprensioni o incanalare se stessi. Sono davvero contento dell’opportunità che Piero mi ha dato.
I bambini sono tutti lì, sorridenti e pieni di energia. È solo la quarta lezione, quindi iniziamo con un giro di nomi. Poi un secondo, poi un terzo e alla fine tutti i bambini hanno pronunciato correttamente i loro nomi, anche i più timidi. E qui c’è stato il primo turno di Piero, così nel più ingenuo dei modi i bambini hanno esercitato la voce. Poco dopo, durante la lezione, è stato chiesto ai bambini di fare un disegno, ma non un disegno qualsiasi. Jacopo (che era venuto ad aiutare in questa occasione) ha dato il tema “I sogni si avverano”. Non appena sono stati distribuiti i fogli, i bambini hanno preso i loro pennarelli e hanno iniziato a disegnare. Sono abituati a questo tipo di istruzioni e nessuno di loro esita. Dopo qualche minuto, i più veloci hanno finito di disegnare e iniziano a giocare.Ben presto anche gli altri bambini hanno finito e il palco si è trasformato in un parco giochi dove tutti i bambini hanno giocato e corso insieme. È un grande spettacolo, con la decina di bambini del gruppo che giocano in armonia. Nessun bambino viene lasciato in disparte e, nonostante le differenze di età, tutti i bambini si mescolano. I più grandi prestano un po’ di attenzione e i più piccoli amano giocare con i più grandi. Per Filippo sarebbe stato difficile farli tornare per l’esercizio successivo, perché tutti i bambini erano stati coinvolti nel gioco e non avevano alcuna intenzione di smettere. Dopo un po’, Filippo riesce a mettere tutti i bambini in cerchio per l’esercizio successivo, ma il gruppo è felice e rimane così per il resto della lezione. Ora però devono spiegare cosa hanno disegnato. Ognuno di loro parla a turno mentre un altro piccolo attore suona lo xilofono. Con la musica in sottofondo, i bambini spiegano i loro disegni con queste semplici istruzioni: imparano a parlare a un gruppo e a esprimersi chiaramente in modo che tutti capiscano. Per concludere la lezione, Piero ha organizzato un esercizio di “saluto”. Fin dall’inizio del corso, i bambini sono stati molto incuriositi dalla grancassa posta davanti al palco. E ora è finalmente arrivato il momento di usarla. Piero spiega loro il gioco: creeranno musica tutti insieme. Si riuniscono in cerchio intorno alla grancassa e insieme la percuotono per produrre un suono. Lavorano insieme per creare un suono, un’atmosfera sonora che completi la lezione.
En français
Il est 17h35 et les derniers retardataires se pressent pour arriver dans le petit théâtre de Bucine. Les enfants qui sont déjà là jouent ensemble sur la scène, ils inventent des jeux avec les coussins que Piero y a disposés. Il est l’heure de commencer le cours, Piero rassemble les enfants en cercle sur la scène.
Je me présente je m’appelle Victor et je viens de Belgique. Je suis un garçon de dix-huit ans et j’ai décidé de passer quelques mois en Italie avant de reprendre des études. Quand je cherchais un moyen de progresser en italien au début de mon séjour, des amis m’ont présenté Piero. En discutant avec Piero le courant est directement passé et il m’a proposé de venir assister aux cours de théâtre qu’il donne avec Filippo, pour les enfants . Tous les vendredi de dix sept heure à dix neuf heure le petit théâtre de Bucine prend vie. C’est le rendez-vous hebdomadaire pour une douzaine d’enfants de cinq à treize ans. On est à la mi-octobre c’est la quatrième fois que je viens au cours et j’aime toujours autant on ne voit pas le temps passer. Les activités proposées par Piero et Filippo sont vraiment ludiques. Ils arrivent parfaitement à allier le jeu pour les enfants et exercice de théâtre. Les enfants ne se rendent pas compte mais toutes les tâches qui leur sont données ont un vrai but. Ainsi ils s’entraînent à parler devant des gens, ils s’approprient la scène, développent leur créativité, … C’est vraiment beau de regarder tous ces enfants qui sont tous uniques se mélanger et dépasser leurs appréhensions ou à se canaliser. Je suis vraiment content de l’opportunité que Piero m’a offerte.
Tous les enfants sont là, le sourire aux lèvres et pleins d’énergie. Ce n’est que le quatrième cours alors on commence par un tour des prénoms. Puis un deuxième, puis un troisième et ou bout de celui-ci tous les enfants ont correctement prononcé leur prénom en portant leur voix même les plus timides. Et voilà premier tour de Piero, ainsi de la plus naïve des façons les enfants ont exercé leur voix. Un peu plus tard dans le cours la consigne est donnée aux enfants de faire un dessin, mais pas n’importe lequel. Jacopo ( qui est venu aider à l’occasion) donne le thème “ les songent devenu réalité”. Aussitôt que les feuilles sont distribuées les enfants saisissent les feutres et commencent à dessiner. Ils ont l’habitude de ce genre de consigne et aucun hésite. Leur imagination est pleine d’idées créatives.Après quelques minutes les plus rapides ont fini leur dessin et commencent à jouer. Rapidement les autres enfants ont fini eux aussi et la scène devient un terrain de jeux ou tout les enfants jouent et courent ensemble. C’est un beau spectacle, la douzaine d’enfants qui composent le groupe jouent en harmonie. Aucun enfant n’ est laissé sur le côté, malgré les différences d’âges tous les enfants se mélangent. Les plus grands font un peu attention et les plus petits adorent pouvoir jouer avec les plus grands. D’ailleurs Filippo va avoir du mal à les récupérer pour le prochain exercice, tous les enfants s’étaient embarqués dans le jeu et n’ont pas vraiment l’intention de s’arrêter. Après quelque temps Filippo réussit à réunir tous les enfants en cercle pour le prochain exercice mais le groupe est enjoué et va rester ainsi pour le reste du cours. Toujours est t’il que maintenant ils vont devoir expliquer ce qu’ils ont dessiné. Chacun à leur tour ils prennent la parole pendant que un autre petit comédien joue du xylophone. C’est donc sur un fond de musique que les enfants expliquent leur dessin sous cette consigne simple, ils apprennent à parler à un groupe et à s’exprimer clairement pour que tout le monde comprenne.
Pour finir le cours Piero a prévu un exercice de “salut “. Depuis le début du cours les enfants sont très intrigués par la grosse caisse qui se trouve sur le devant de la scène. Et c’est enfin le moment où ils vont devoir l’utiliser. Piero leur explique le jeu : ils vont tous ensemble créer une musique. Ils sont tous réunis en cercle autour de la grosse caisse et ensemble ils tapent dessus pour produire un son. Ils travaillent ensemble pour créer un son, une ambiance sonore qui vient terminer le cours.
Tre giorni intensi di un laboratorio creativo presso il Museo Cassero per la scultura, coinvolgendo ragazz* tra gli 11 e i 14 anni, per dare vita alle sculture, alla magia dell’arte, dell’inclusione, della condivisione.
“Abbiamo assistito alla nascita di un gruppo e poi a quella di tante storie…piano piano le nostre sculture prendono vita, noi aspettiamo nella magia del tempo sospeso che solo il teatro sa creare”
“…le storie hanno trovato il loro finale e le statue sono tornate alla loro immobilità. Non ci resta che ringraziare tutti i ragazzi e le ragazze pr averci fatto dono della loro fantasia, le famiglie per la fiducia e ovviamente Piero e Lorenzo per aver reso possibile tutto questo!”
Li avete amati e sino tornati, Pulcinella e Arlecchino. Li avete richi-amati ed eccoli.
Non li vedete, ma ci sono. Sotto le mentite spoglie di due persone comuni si aggirano tra di noi, studiandoci, pronti a coglierci in fallo, a prenderci in giro, bonariamente, è ovvio; così ci destabilizzano per scrollarci di dosso le false certezze o quello snobismo che ogni tanto ci prende, perché ci prende, ohi se ci prende! e per farci capire che le maschere, forse, le indossiamo noi e non loro.
Due maschere tipiche italiane, Nord e Sud, bianco e nero e colori a non finire, e tante risate.
Attenzione, non in teatro, ma direttamente tra le persone nella Festa dell’Uva, al Campo Vecchio di Bucine.
Quando si uniscono campioni dello sport e campioni del teatro cosa ci si può aspettare se non una serata eccezionale, sul filo dei ricordi, delle emozioni, dell’impegno?
Teatri d’Imbarco ci porta la storia di Bartali, mitico eroe non solo sportivo, ma umano a tutto tondo, nello sfondo della sua città e delle sue colline.
Vi aspettiamo per la meraviglia!
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