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MERCOLEDI 12/07/2023 ore 19:00 – UMANITA inFAME di DIESIS TEATRANGO

Diesis Teatrango presenta, sotto il magnifico Leccio di Bellavista, i primi esiti del Laboratorio Permanente di Teatro Sociale dell’anno 2023.

Un primo scorcio, un pezzo, del lungo percorso che annualmente Barbara e Piero ci aiutano a percorrere nel mondo intrigante e intricato della ricerca di una teatralità non convenzionale, differente, intima e vera.

Il tema di quest’anno è l’umanità (come sempre, si potrebbe dire! e di cosa si parla a teatro?), ma analizzata e studiata a partire da testi sacri e mitologici, da suggestioni che partono dalla parola come generatrice dei mondi e delle diverse possibilità e vite del mondo.

Vi attendiamo

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STAGIONE ESTIVA 2023

Concluso il Festival Palco Fluviale, ci concediamo la bellezza di una mini stagione estiva.

3 appuntamenti, Imperdibili.

5 Luglio ore 19:00 – Laboratori Permanenti presenta: IL MIO BACIO ERA UN MELOGRANO su testi di Federico Garcia Lorca, di Caterina Casini e Camilla Zapponi, con Caterina Casini e Massimiliano Auci, Catherine Bruni al violoncello. Presso il Leccio di Bellavista

12 luglio ore 19:00 – Diesis Teatrango presenta il primo esito del Laboratorio Permanente di Teatro Sociale 2023 – UMANITA INFAME. Sotto al guida di Barbara Petrucci e Piero Cherici, i e le partecipanti al laboratorio mostreranno il primo esito, di metà anno di lavoro. Presso il Leccio di Bellavista

19 luglio tutto il giorno Pulcinella si aggirerà per Bucine, portando scompiglio, risate, qualche perplessità…perché Pulcinella fa quello che vuole, non ha padroni. Poi alle 21:30 ci aspetta all’anfiteatro, per una serata col Botto…col Lotto… boh. Non mancate. Rita Russo e Antonio Stoccuto vi aspettano.

Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito, aperti a tutte e tutti, però prenotatevi, è meglio.

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Scuola di Teatro 2023 – Ulisse e la sua storia – 28/05/2023 – atto finale

(ma continua!)

Si è concluso un altro anno di Laboratorio – Scuola di Teatro per bambin* e ragazz*, mai come quest’anno alla scoperta di nuove avventure, sulle orme e sulle tracce di Ulisse e sulla conoscenza di una alterità che ha arricchito i/le partecipanti.

Un gioco di fantasia, grazie al quale Babbo Natale diventa Ulisse, che è anche un modello della pubblicità. Circe, Polifemo, le sirene, nelle forme più diverse e disparate, come solo le menti più giovani riescono a immaginare, ma soprattutto…

l’attesa, l’ascolto, il rispetto dell’altr* sono stati evidenti, evidentissimi, in questa rappresentazione conclusiva, che ha mescolato musica, sonorità, voci dal vivo e registrate, azioni fisiche, video.

Una emozione sottile che ha reso il pubblico partecipe e commosso, una bellezza delicata e struggente, una forza che è propulsiva, una spinta ad andare avanti in un lavoro che ha visto 20 giovani e giovanissim* sul palco (e chi non ce l’ha fatta per l’emozione, sotto il palco, ma va bene così!).

La serata di ieri mostra che si può costruire un mondo di opportunità, di rispetto, ascolto e amicizia. Partendo dai bambini e dalle bambine (ragazze e ragazzi) che hanno dentro il seme della condivisione, e che vanno aiutati a fare germogliare il seme perché diventi una pianta, salda, che faccia fiori e poi frutti. Ieri sono sbocciati fiori meravigliosi! Per ora. I frutti si vedranno poi sul lungo periodo. Ma se non soffiano venti tremendi, i frutti verranno!

Diesis Teatrango Compagnia Teatrale , come sempre, ha fatto un lavoro artistico e sociale importante, quel lavoro che la porta sempre più nelle scuole come riferimento pedagogico.

Naturalmente hanno fatto tanto le famiglie, una rete amicale commovente, genitori splendidi di creature splendide, che non vuol dire perfette, perché la perfezione è chiusura ed è negli spazi che lasciano le imperfezioni che crescono i fiori più resistenti! Resistenti al dogma del vincere da soli, del performare da soli annichilendo gli altri. Resistenti alla volgarità di certi pensieri che circolano.

Quando si dice che i figli sono la speranza di un futuro migliore, non dimentichiamo che il futuro glielo imbastiscono i genitori e gli educatori e, sì, a Bucine e dintorni ci sono entrambi!

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BANDO DI RESIDENZA PORTRAITS ON STAGE – 2023

La Rete interregionale Portraits on stage è lieta di promuovere per la terza edizione il Bando di residenza Portraits On Stage 2023 per giovani compagnie o artisti under 35, volto al sostegno di progetti artistici inediti di spettacolo dal vivo declinanti il tema dell’arte figurativa.

Ai vincitori – nel numero minimo di tre – verrà offerta la possibilità di sviluppare il proprio progetto attraverso l’assegnazione di una o più residenze artistiche nelle sedi messe a disposizione dai promotori: Laboratori Permanenti (Sansepolcro – AR) – Settimo Cielo (Arsoli – RM), Teatri d’Imbarco (Firenze), Diesis Teatrango (Bucine – AR). Scadenza candidature 20 giugno 2023.

RETE PORTRAITS ON STAGE

La rete interregionale Portraits on Stage nasce dalla messa a confronto delle esperienze di compagnie teatrali e titolari di residenze artistiche che, spesso in collaborazione con Musei, Gallerie d’Arte, Accademie e siti culturali dei territori di riferimento, hanno dato vita a festival, produzioni e progetti culturali che mettono in primo piano il legame esistente tra Arte Drammatica e Arte Visiva. Sentendo la necessità di ampliare i propri orizzonti e di inglobare nella programmazione lavori di giovani realtà dedicati allo stesso tema, la rete promuove azioni di ricerca e di scouting sul territorio nazionale e internazionale.

 A questo scopo nasce nel 2021 il Bando Portraits on Stage che intende promuovere e sostenere nuove progettualità attraverso ospitalità in residenza.

In allegato i dettagli del bando

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RESIDENZE ARTISTICHE #2/2023 – COMPAGNIA I PESCI

Proseguono le Residenze Artistiche, mai come quest’anno incentrate su tematiche impellenti, importanti, di cui il teatro, come voce potente, totale, rivolta a tutt*, si fa portavoce. Il teatro come amplificatore di quello che più “alto” abbiamo tutt* nell’anima (o altrove, se non crediamo all’anima, ma c’è, fosse “solo” empatia e compassione!)

Diesis Teatrango, chiamata da Archè Teatro per il Festival IL TEATRO NON SI RASSEGNA, si è innamorata di questo progetto ed è lieta di ospitare I PESCI https://ipesci.wordpress.com/ nel Teatro Comunale di Bucine.

Si presentano così e ci raccontano il loro lavoro:

Siamo un giovane collettivo artistico indipendente che lavora sul territorio nazionale, la nostra base è
Napoli e sviluppiamo i nostri lavori in collaborazione con l’Ex-asilo Filangieri, al centro storico di Napoli, un centro sociale occupato che ci offre i suoi spazi per permettere le nostre ricerche artistiche. Questo lavoro vede protagonisti Antonio Stoccuto, autore e regista dell’opera, Fiorenzo Madonna, Damiano Rossi e Emma La Marca, tecnico luci e assistente alla regia.
La residenza a Bucine è giunta a seguito di una selezione al festival “Il teatro non si rassegna” presentato da Archè teatro, e alla scelta di ospitare e supportare la creazione da parte di Diesis Teatrango Soc. Coop. La residenza a Bucine figura il nostro ultimo passo nella finalizzazione dell’opera “Muti come pesci”. Per la
distribuzione teatrale di questo lavoro e il debutto siamo a lavoro, ma non possiamo ancora dare nessuna
informazione certa a riguardo.

“Muti come pesci” è un’opera originale in atto unico. È il secondo capitolo di una trilogia dedicata
all’invisibile. Il progetto nasce dalla necessità dell’autore di indagare la zona di realtà invisibile che
accompagna gli umani nel passaggio tra la vita e la morte
. È uno studio su quanto gli umani possano essere vivi nell’invisibile e morti nel visibile. Il lavoro racconta dell’esperienza finale di vita di un bambino di dodici anni. I personaggi si presentano come pesci per poi giungere alla consapevolezza di ciò che sono. Marmora è in fin di vita ed è solo in mare aperto, dopo che il barcone sul quale viaggiava, partito dalla Libia, è affondato. A seguito della perdita di sensi si figura Armuro come compagno di viaggio, amico immaginario che lo porterà a raggiungere la meta. Nessuno può aiutarlo, l’unica cosa che resta è di accettare l’inevitabile destino della morte e accoglierla. È una vittima del naufragio accaduto nel 2013 al largo del canale di Sicilia. Il barcone partito dalla Libia è rovesciato e in mare galleggiano 268 corpi umani. Nessuno li ha salvati nonostante le loro continue richieste d’aiuto alla capitaneria di porto italiana e a quella maltese. Le due figure iconiche portano con sé ognuna il proprio vissuto, un’esperienza non ripetibile da nessun altro, che si scontra con la fine e si decompone lentamente sino a scomparire; come quando Derrida avverte: “Quando muore una persona, con lei scompare anche tutto un mondo”. Il protagonista viene condotto da Armuro all’elaborazione del lutto personale ed accogliere gli eventi deprecabili della sua vita, lasciando solo al sentire una vera risposta, che regna per sempre sovrana oltre il tempo e lo spazio.
L’urgenza di parlare oggi di questa tematica è un bisogno, un dovere, una denuncia che non può esimere nessun umano

Siamo partiti dalla stesura di una prima bozza di drammaturgia, ma praticando anche scrittura di scena il
testo è stato ed è ancora in continua evoluzione. La nostra modalità nel fare teatro si fonda sull’azione
fisica, sul gesto, sullo studio del corpo; l’azione fa nascere la parola e non viceversa. L’improvvisazione è un importante fucina per dare corpo e fiato alla creazione e quindi con assoluta certezza abbiamo praticato quest’arte. Ci sono state due fasi in cui potremmo dividere lo sviluppo del lavoro, una prima fase è stata presentata al festival dal quale poi è derivata la selezione alla residenza a Bucine, durante la quale il lavoro è stato articolato in una direzione che potrebbe avvicinarsi come immaginario al teatro-danza; e una seconda fase che ha visto l’innesto nel lavoro dei tessuti. L’utilizzo di questo attrezzo ha aperto una nuova ricerca che ha ampliato ciò che prima era stato creato e ci sta accompagnando ad una nuova pratica di messa in scena che tiene in riferimento la drammaturgia che continua ad evolversi ma fonda
sull’improvvisazione il motore vivo dell’opera.
Ogni lavoro è una creazione unica, e in quanto tale i processi creativi variano sempre, in base al collettivo di riferimento all’opera; considerando che non esiste una modalità migliore di un’altra per creare un’opera, se bisogna dire di un approccio che in genere usiamo forse semplicemente è l’ascolto, quello di se stessi e dei compagni di scena, e se c’è questo ascolto che sia un approccio basato sulla drammaturgia o sull’improvvisazione poco cambia, l’importante è che si senta qualcosa per cui valga la pena bruciare

Il lavoro è un impegno costante, come un qualcosa che inizia e non smette sia durante l’attività che il
riposo. Essendo un lavoro molto fisico oltre alle prove c’è una preparazione atletica ed un allenamento
continuo. Le prove sono un continuo immergersi in se stessi e nell’altro e un costante concedersi; essere aperti nel mondo. Praticare tutto ciò significa avere un dispendio di forze sia emotivamente che fisicamente e indubbiamente dopo le sessioni di prove la fatica si avverte.
Tutti i membri del collettivo artistico sono umani che hanno scelto di fare questo mestiere per un bisogno, una necessità, una vocazione e quindi il fatto stesso di farlo dona forza, ma non solo mi sento di aggiungere dona colori e suoni e forme alla vita stessa. Per ogni lavoro le energie si perdono sempre e si trovano anche, è come la vita, si perde costantemente qualcosa e non c’è nulla da fare, ma accogliere queste costanti perdite, questo lasciare andare, crea lo spazio necessario per riempirsi di altro, di tutto ciò che il lavoro/la vita ci dona e continuare il proprio viaggio

Come non condividere ogni singola parola?

Come non confidare, stanti le premesse, che l’esito finale di questo spettacolo sia “intenso, bello, coinvolgente, emozionante, commovente” come lo studio che abbiamo avuto il privilegio di visionare?

Non vediamo l’ora.

Benvenuti I PESCI!

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RESIDENZE ARTISTICHE #1/2023 – COMPAGNIA FONDAMENTA ZERO

Il Teatro Comunale di Bucine ospita in residenza artistica dalla fine di questa settimana la Compagnia Fondamenta Zero.

Il Teatro Comunale di Bucine è un OPEN THEATER (o theatre, è lo stesso, l’importante è il resto, è essere open, aperti, accoglienti!)

Chi è FONDAMENTA ZERO?

Che ci vengono a fare?

Si presentano così, ascoltate bene.

bell3 e brav3.

Per saperne di più: FONDAMENTA 0 SU SONAR

FB Compagnia-Fondamenta-zero

Cosa portano? Che stanno preparando, perché?

Precedente residenza a Monte San Savino (di là dalla collina, per intenderci)

L’argomento è IMPORTANTE, FONDAMENTALE, perché la violenza, che strappa l’anima, la dignità, NOI dobbiamo sconfiggerla, partendo anche da una rappresentazione teatrale, che ci mostra cosa accade nelle vite nascoste di chi subisce la violenza.

Per ora, buon lavoro, e…. a presto!

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12 marzo 2023 – ore 18:00 Adrian Fartade con VIVERE NELLA GALASSIA DI STAR WARS

Scienza, sci-fi, film culto, pianeti, pianetoidi, stelle, meteore, nubi interstellari, novae, supernovae, buchi neri e chi più ne sa, più si diverta!

Jedi, Sith, e creature nuove e strane ci accompagneranno. Sì, sì.

con Adrian Fartade, appassionato di astronomia, andiamo a esplorare l’universo.

Ci sarà da divertirsi

Non ci credi?

Che Dart Vader ti colga!

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5 marzo 2023 – ore 18:00 Compagnia Semivolanti con LA STORIA STORTA

Un pomeriggio dedicato alle famiglie, con LA STORIA STORTA della Compagnia Semivolanti, una fiaba alternativa alle solite, dove il Re è Tonto Terzo

Secondo chi?

Non secondo, terzo

Ma tonto secondo chi?

Tonto di nome, e terzo perché ce ne sono stati due di Tonti prima di lui

Guarda che è strano

Non so che dirti! Vieni a conoscere Tonto Terzo e la sua Storia Storta

Ma finirà bene?

Boh, speriamo di sì. Sicuramente ci sarà da divertirsi!

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18 febbraio 2023 – ore 21:15 PAOLO MIGONE con DIARIO DI UN IMPERMEABILE

Appuntamento imperdibile sabato 18 febbraio al Teatro Comunale di Bucine.

Paolo Migone ci porta il suo DIARIO DI UN IMPERMEABILE, un racconto che scava nelle tasche e nella memoria, la memoria del nonno e la sua, nella condivisione di uno o due impermeabili condivisi, passati di generazione in generazione, perché gli abiti di una volta erano di buona fattura e duravano e si condividevano, si passavano, come la memoria.

Memoria che ci aiuta ad affrontare il presente, a viverlo più pienamente, a capirne il senso con la delicatezza che solo i ricordi riescono a portare.

Cosa aspettarci da un attore comico con un argomento così sensibile? Vi aspettiamo per scoprirlo insieme.