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RESIDENZE ARTISTICHE #2/2023 – COMPAGNIA I PESCI

Proseguono le Residenze Artistiche, mai come quest’anno incentrate su tematiche impellenti, importanti, di cui il teatro, come voce potente, totale, rivolta a tutt*, si fa portavoce. Il teatro come amplificatore di quello che più “alto” abbiamo tutt* nell’anima (o altrove, se non crediamo all’anima, ma c’è, fosse “solo” empatia e compassione!)

Diesis Teatrango, chiamata da Archè Teatro per il Festival IL TEATRO NON SI RASSEGNA, si è innamorata di questo progetto ed è lieta di ospitare I PESCI https://ipesci.wordpress.com/ nel Teatro Comunale di Bucine.

Si presentano così e ci raccontano il loro lavoro:

Siamo un giovane collettivo artistico indipendente che lavora sul territorio nazionale, la nostra base è
Napoli e sviluppiamo i nostri lavori in collaborazione con l’Ex-asilo Filangieri, al centro storico di Napoli, un centro sociale occupato che ci offre i suoi spazi per permettere le nostre ricerche artistiche. Questo lavoro vede protagonisti Antonio Stoccuto, autore e regista dell’opera, Fiorenzo Madonna, Damiano Rossi e Emma La Marca, tecnico luci e assistente alla regia.
La residenza a Bucine è giunta a seguito di una selezione al festival “Il teatro non si rassegna” presentato da Archè teatro, e alla scelta di ospitare e supportare la creazione da parte di Diesis Teatrango Soc. Coop. La residenza a Bucine figura il nostro ultimo passo nella finalizzazione dell’opera “Muti come pesci”. Per la
distribuzione teatrale di questo lavoro e il debutto siamo a lavoro, ma non possiamo ancora dare nessuna
informazione certa a riguardo.

“Muti come pesci” è un’opera originale in atto unico. È il secondo capitolo di una trilogia dedicata
all’invisibile. Il progetto nasce dalla necessità dell’autore di indagare la zona di realtà invisibile che
accompagna gli umani nel passaggio tra la vita e la morte
. È uno studio su quanto gli umani possano essere vivi nell’invisibile e morti nel visibile. Il lavoro racconta dell’esperienza finale di vita di un bambino di dodici anni. I personaggi si presentano come pesci per poi giungere alla consapevolezza di ciò che sono. Marmora è in fin di vita ed è solo in mare aperto, dopo che il barcone sul quale viaggiava, partito dalla Libia, è affondato. A seguito della perdita di sensi si figura Armuro come compagno di viaggio, amico immaginario che lo porterà a raggiungere la meta. Nessuno può aiutarlo, l’unica cosa che resta è di accettare l’inevitabile destino della morte e accoglierla. È una vittima del naufragio accaduto nel 2013 al largo del canale di Sicilia. Il barcone partito dalla Libia è rovesciato e in mare galleggiano 268 corpi umani. Nessuno li ha salvati nonostante le loro continue richieste d’aiuto alla capitaneria di porto italiana e a quella maltese. Le due figure iconiche portano con sé ognuna il proprio vissuto, un’esperienza non ripetibile da nessun altro, che si scontra con la fine e si decompone lentamente sino a scomparire; come quando Derrida avverte: “Quando muore una persona, con lei scompare anche tutto un mondo”. Il protagonista viene condotto da Armuro all’elaborazione del lutto personale ed accogliere gli eventi deprecabili della sua vita, lasciando solo al sentire una vera risposta, che regna per sempre sovrana oltre il tempo e lo spazio.
L’urgenza di parlare oggi di questa tematica è un bisogno, un dovere, una denuncia che non può esimere nessun umano

Siamo partiti dalla stesura di una prima bozza di drammaturgia, ma praticando anche scrittura di scena il
testo è stato ed è ancora in continua evoluzione. La nostra modalità nel fare teatro si fonda sull’azione
fisica, sul gesto, sullo studio del corpo; l’azione fa nascere la parola e non viceversa. L’improvvisazione è un importante fucina per dare corpo e fiato alla creazione e quindi con assoluta certezza abbiamo praticato quest’arte. Ci sono state due fasi in cui potremmo dividere lo sviluppo del lavoro, una prima fase è stata presentata al festival dal quale poi è derivata la selezione alla residenza a Bucine, durante la quale il lavoro è stato articolato in una direzione che potrebbe avvicinarsi come immaginario al teatro-danza; e una seconda fase che ha visto l’innesto nel lavoro dei tessuti. L’utilizzo di questo attrezzo ha aperto una nuova ricerca che ha ampliato ciò che prima era stato creato e ci sta accompagnando ad una nuova pratica di messa in scena che tiene in riferimento la drammaturgia che continua ad evolversi ma fonda
sull’improvvisazione il motore vivo dell’opera.
Ogni lavoro è una creazione unica, e in quanto tale i processi creativi variano sempre, in base al collettivo di riferimento all’opera; considerando che non esiste una modalità migliore di un’altra per creare un’opera, se bisogna dire di un approccio che in genere usiamo forse semplicemente è l’ascolto, quello di se stessi e dei compagni di scena, e se c’è questo ascolto che sia un approccio basato sulla drammaturgia o sull’improvvisazione poco cambia, l’importante è che si senta qualcosa per cui valga la pena bruciare

Il lavoro è un impegno costante, come un qualcosa che inizia e non smette sia durante l’attività che il
riposo. Essendo un lavoro molto fisico oltre alle prove c’è una preparazione atletica ed un allenamento
continuo. Le prove sono un continuo immergersi in se stessi e nell’altro e un costante concedersi; essere aperti nel mondo. Praticare tutto ciò significa avere un dispendio di forze sia emotivamente che fisicamente e indubbiamente dopo le sessioni di prove la fatica si avverte.
Tutti i membri del collettivo artistico sono umani che hanno scelto di fare questo mestiere per un bisogno, una necessità, una vocazione e quindi il fatto stesso di farlo dona forza, ma non solo mi sento di aggiungere dona colori e suoni e forme alla vita stessa. Per ogni lavoro le energie si perdono sempre e si trovano anche, è come la vita, si perde costantemente qualcosa e non c’è nulla da fare, ma accogliere queste costanti perdite, questo lasciare andare, crea lo spazio necessario per riempirsi di altro, di tutto ciò che il lavoro/la vita ci dona e continuare il proprio viaggio

Come non condividere ogni singola parola?

Come non confidare, stanti le premesse, che l’esito finale di questo spettacolo sia “intenso, bello, coinvolgente, emozionante, commovente” come lo studio che abbiamo avuto il privilegio di visionare?

Non vediamo l’ora.

Benvenuti I PESCI!

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RESIDENZE ARTISTICHE #1/2023 – COMPAGNIA FONDAMENTA ZERO

Il Teatro Comunale di Bucine ospita in residenza artistica dalla fine di questa settimana la Compagnia Fondamenta Zero.

Il Teatro Comunale di Bucine è un OPEN THEATER (o theatre, è lo stesso, l’importante è il resto, è essere open, aperti, accoglienti!)

Chi è FONDAMENTA ZERO?

Che ci vengono a fare?

Si presentano così, ascoltate bene.

bell3 e brav3.

Per saperne di più: FONDAMENTA 0 SU SONAR

FB Compagnia-Fondamenta-zero

Cosa portano? Che stanno preparando, perché?

Precedente residenza a Monte San Savino (di là dalla collina, per intenderci)

L’argomento è IMPORTANTE, FONDAMENTALE, perché la violenza, che strappa l’anima, la dignità, NOI dobbiamo sconfiggerla, partendo anche da una rappresentazione teatrale, che ci mostra cosa accade nelle vite nascoste di chi subisce la violenza.

Per ora, buon lavoro, e…. a presto!

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27 gennaio 2023 – Giorno della Memoria

La legge n.211 del 20/07/2000 definisce così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.[9]»

Noi vogliamo ricordare anche gli altri e le altre che furono annientati/e dalla follia nazista: Rom e Sinti, apolidi, omosessuali e transessuali, Testimoni di Geova, persone antisociali (asociali, tra cui donne lesbiche), malati, criminali comuni.

Non c’è e non ci sarà mai una ragione vera per uccidere qualcuno e questo lo vogliamo gridare sempre più forte, non c’è una ragione per isolare, emarginare, schiavizzare, umiliare, imprigionare, torturare nessuno.

Ognuno ha diritto di vivere e di vedere garantito il suo diritto a vivere nel rispetto della propria identità.

Per questo Vi invitiamo il 27/01/2023 al Teatro Comunale di Bucine

🔹𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟬:𝟬𝟬  – Compagnia Teatrale Diesis Teatrango presenta 𝐈𝐋 𝐏𝐎𝐏𝐎𝐋𝐎 𝐏𝐄𝐑𝐅𝐄𝐓𝐓𝐎, spettacolo prodotto con il Laboratorio Permanente di Teatro Sociale rivolto agli studenti ma aperto a tutto il pubblico.

🔹𝗼𝗿𝗲 𝟮𝟭:𝟭𝟱 – 𝐕𝐄𝐆𝐋𝐈𝐀  𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐌𝐄𝐌𝐎𝐑𝐈𝐀

Una serata di condivisione durante la quale si alterneranno sul palco letture, canzoni, poesie, musiche, pensieri, offerti da attori, artisti e spettatori per creare una veglia moderna e riflettere su fatti che hanno segnato la storia.

Con Compagnia Teatrale “La fraschetta”; Massi Fruchi, cantante e performer; Associazione culturale Paro Paro, Laura Testi e gli allievi della The music school; Laboratorio teatrale – Diesis Teatrango; Moreno Betti; Vanessa Torcasso; Andrea Roselletti; Marzia Franci e Michela Franci; Ettore Donzellini;  Filodrammatica L’Antica Fraschetta-, collaborazione musicale Paolo Bruno

Chi lo desidera potrà partecipare anche dalla platea con un breve frammento di poesia, di lettura, di racconto. Ogni Vostro contributo è un inno alla resistenza ai momenti bui della storia, che sono accaduti e che accadono ancora.

In collaborazione con Comune di Bucine, Istituto comprensivo di Bucine, Pro loco Bucine.

Info:

info@diesisteatrango.it

3714130749 anche WhatsApp

Vi aspettiamo!

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UNA PIAZZA CHE PARLA – NATIVITA’

SAN GIOVANNI VALDARNO – Casa della Cultura Palomar 18/12/2021

Si è tenuto il giorno 18/12/2021 l’esito finale del progetto UNA PIAZZA CHE PARLA – NATIVITA’ di Diesis Teatrango e sostenuto da Fondazione CRFirenze.

Il progetto ha voluto portare una contaminazione artistica tra il Laboratorio Permanente di Teatro Sociale (LPTS), gruppi di ragazzi e ragazze dei progetti di inclusione della Cooperativa Sociale GIOVANI VALDARNO e studentesse e studenti delle scuole Isis B. Varchi di Montevarchi (classe 3PSS – sociosanitario coordinata dalle prof.sse Paola Trenti e Annalisa Peschierotti) e Licei Giovanni da San Giovanni – Scienze Umane (classe 1B coordinata dal prof Iacopo Cigolini).

Con studenti e studentesse si è lavorato in presenza per comporre testi, poetici e in prosa, che scandagliassero le sensazioni personali, partendo dal tema Natività, inteso come nascita, rinascita, espressione libera di voci, le più intime delle e degli adolescenti in un periodo in cui proveniamo da forti chiusure fisiche e psicologiche; un’immersione nel fare creativo attraverso la loro scrittura poetica, le loro voci e narrazioni non necessariamente verbali ma anche gestuali, sonore. Ne sono venute fuori due tipologie fondamentali: brevi testi in prosa che hanno evidenziato il senso di ansia che provano i ragazzi e le ragazze nel rapportarsi alle varie vicende della vita, ma anche la forza che riescono a tirare fuori, l’importanza dell’amicizia, della vicinanza, del sentirsi membri della società, e testi poetici, più eterogenei, ma ugualmente pieni della rivendicazione del proprio io di adolescenti che si affacciano alla società con aspettative, voglia di fare, di contribuire

In collaborazione con l’Amministrazione Comunale di San Giovanni Valdarno si è concordato di presentare al pubblico durante il periodo natalizio l’esito del progetto, all’interno della nuova Casa della Cultura PALOMAR, un battesimo artistico per un luogo cui auguriamo lunghissima vita e massimo rispetto da parte di chi verrà, perché deputato alla crescita civile e sociale di nuove generazioni e alla trasmissione di valori da parte delle più grandi. Palomar è stata una ambientazione splendida, una cornice raffinata e popolare per il progetto.

Si sono avvicendati in un percorso di espressività ed esposizione sonora, poetica, espressiva studenti e studentesse, ragazzi dei progetti di inclusione sociale, attori e attrici del LPTS, in un intreccio di voci, azioni sceniche, sonorizzazioni, che hanno portato alla luce e al pubblico, interessato e partecipante, l’emozione dell’esserci, del condividere, del sentire le voci più personali degli e delle adolescenti, di vedere come nella unione di espressioni diverse tutte si esaltano e nessuna è penalizzata.

La ricchezza della natività è anche questo, respirare a pieni polmoni tutta l’aria e gridare forte la propria presenza e la propria voglia di vivere.

ARTICOLO E FOTO

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TEATRO DI BUCINE – RESIDENZA ARTISTICA – 04/12/21 ORE 21:00 – inATTESA

𝐼𝑛𝐴𝑡𝑡𝑒𝑠𝑎, progetto di residenza artistica di 𝐄𝐥𝐢𝐬𝐚 𝐅𝐢𝐧𝐢, attrice del Laboratorio Permanente di Teatro Sociale. Da una esperienza personale un racconto che si apre alle esperienze di altre persone, raccogliendo il testimone di vicende umane in un connubio ideale tra dolore e speranze, una storia che ha preso vita in seguito alla vicenda vissuta proprio all’attrice che la interpreta. L’incontro con la possibilità di una malattia, sconfitta grazie alla prevenzione; la paura che sovrasta ogni cosa, accompagnate dalla forza e dal desiderio di vita e dalla fiducia nella medicina e nella scienza.“Ho capito che ciò che avevo scritto per me, doveva diventare di tutti. Questa è la mia storia…”

Alla stesura del copione, hanno contribuito anche le preziose testimonianze dei malati oncologici e dei loro familiari, avvenute grazie agli incontri presso l’Associazione Tottaxtutti di Firenze.

Ideazione e scrittura drammaturgica: 𝐄𝐥𝐢𝐬𝐚 𝐅𝐢𝐧𝐢, 𝐁𝐚𝐫𝐛𝐚𝐫𝐚 𝐏𝐞𝐭𝐫𝐮𝐜𝐜𝐢

Con: Elisa Fini

A seguire monologo di e con 𝐀𝐧𝐝𝐫𝐞𝐚 𝐑𝐨𝐬𝐞𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢, “𝑆𝑡𝑎𝑣𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑜𝑟𝑖𝑟𝑒 𝑑𝑎𝑙 𝑟𝑖𝑑𝑒𝑟𝑒”, disse una che accompagnavo all’ennesima visita in oncologia… forse la vita finge di essere così seria che conviene provarci a fare una risata in più per smontarla.

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Bigliett8€;  5€ bambini

Possibilità di pagamenti elettronici anche PayPal: amministrazione@diesisteatrango.it

Info e prenotazioni:

cell. 3714130749 (anche WhatsApp) e info@diesisteatrango.it

Prevendite: https://www.boxofficetoscana.it/it/servizi/

Vi ricordiamo che per assistere agli spettacoli 𝗦𝗜 𝗥𝗘𝗡𝗗𝗘 𝗡𝗘𝗖𝗘𝗦𝗦𝗔𝗥𝗜𝗢 𝗜𝗟 𝗚𝗥𝗘𝗘𝗡 𝗣𝗔𝗦𝗦 (Certificazione verde Covid 19) 𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗶 𝟭𝟮 𝗮𝗻𝗻𝗶