È un piacere, un onore e un privilegio portare il nostro spettacolo IL POPOLO PERFETTO in questa giornata particolare in un centro di aggregazione.

Perché la memoria è fondamentale, per non commettere gli stessi stupri, violenze, insulti alla condizione umana e agli uomini e donne.

Perché l’aggregazione è condivisione, crescita, sociale e civile, ed è l’ unica strada per vivere bene, condividere, non separare, non discriminare, non farsi forti su debolezze altrui.

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IL POPOLO PERFETTO Progetto LABORATORIO PERMANENTE DI TEATRO SOCIALE Fascia di età: dai 13 anni / stagioni serali Sulla scena un’umanità attraversata da “angeli e demoni” che vacilla, cade, si rialza; un’umanità, sembra strano a dirlo, fatta di persone che vivono, da sempre, con bellezza, fragilità, oscurità, finché qualcosa si rompe e si invadono i corpi, le vite degli altri. Il padre, la madre, il medico-gerarca e il grido “Heil Hitler”, il grido di omaggio e obbedienza ad un sistema. E il nostro “vivere” dove ci viene continuamente richiesto di essere dei super, dei perfettamente adeguati, degli standard e dove spesso si incolpa il diverso da noi della sua stessa diversità apparente o immaginata, della sua unica ala per volare, a dimenticare quasi il valore e i diritti della persona qualunque essa sia. Il racconto, costruito su percorsi di scrittura creativa degli attori, è ispirato ad una memoria tragica, il programma nazista Aktion T4 che rivendica e persegue l’idea del “popolo perfetto” con la soppressione di coloro ritenuti “indegni di vivere” e la persecuzione delle diversità per liberare la razza ariana dalle impurità: persone disabili, folli, outsider, borderline; si aprono finestre su i protagonisti di oggi partendo dai propri corpi e fisicità, dalle proprie verità e da ciò che il teatro ci permette di esplorare, raccontando l’imperfezione, l’inadeguatezza”, la necessità e la bellezza di poter ancora agire creativamente per cercare strade nuove di relazione. Un percorso di ricerca teatrale dove la qualità della relazione si lega al processo estetico producendo un teatro d’arte, performativo e sociale. Un evento performativo in cui disabilità, fragilità e visionarietà scenica creano una commistione che si fa proposta culturale. Progetto drammaturgico ed elaborazione scenica: Barbara Petrucci, Piero Cherici con la collaborazione di Massimo Currò Progetto musicale: Silvio Trotta Coordinamento di scena: Filippo Mugnai Con: Roberta Brocci, Massimo Currò, Elisa Fini, Daniele Gonnelli, Alessandro Grassi, Manuel Loscalzo, Chiara Melani, Irina Mirzoeva, Simone Pasquini, Sandra Piomboni, Lucia Romoli, Andrea Roselletti, Simonetta Testi

IL POPOLO PERFETTO

Progetto LABORATORIO PERMANENTE DI TEATRO SOCIALE

Sulla scena un’umanità attraversata da “angeli e demoni” che vacilla, cade, si rialza; un’umanità, sembra strano a dirlo, fatta di persone che vivono, da sempre, con bellezza, fragilità, oscurità, finché qualcosa si rompe e si invadono i corpi, le vite degli altri. Il padre, la madre, il medico-gerarca e il grido “Heil Hitler”, il grido di omaggio e obbedienza ad un sistema.  E il nostro “vivere” dove ci viene continuamente richiesto di essere dei super, dei perfettamente adeguati, degli standard e dove spesso si incolpa il diverso da noi della sua stessa diversità apparente o immaginata, della sua unica ala per volare,  a dimenticare quasi il valore e i diritti della persona qualunque essa sia.

Il racconto, costruito su percorsi di scrittura creativa degli attori,  è ispirato ad una memoria tragica, il programma nazista Aktion T4 che rivendica e persegue l’idea del “popolo perfetto” con la soppressione di coloro ritenuti “indegni di vivere” e la persecuzione delle diversità per liberare la razza ariana dalle impurità: persone disabili, folli, outsider, borderline; si aprono finestre su i protagonisti di oggi partendo dai propri corpi e fisicità, dalle proprie verità e da ciò che il teatro ci permette di esplorare, raccontando l’imperfezione, l’inadeguatezza”, la necessità e la bellezza di poter ancora agire creativamente per cercare strade nuove di relazione.

Un percorso di ricerca teatrale dove la qualità della relazione si lega al processo estetico producendo un teatro d’arte, performativo e sociale. Un evento performativo in cui disabilità, fragilità e visionarietà scenica creano una commistione che si fa proposta culturale.

Progetto drammaturgico ed elaborazione scenica:

Barbara Petrucci, Piero Cherici con la collaborazione di Massimo Currò

Progetto musicale: Silvio Trotta

Coordinamento di scena: Filippo Mugnai

Con: Roberta Brocci, Massimo Currò, Elisa Fini, Daniele Gonnelli, Alessandro Grassi, Manuel Loscalzo, Chiara Melani, Irina Mirzoeva, Simone Pasquini, Sandra Piomboni, Lucia Romoli, Andrea Roselletti, Simonetta Testi